Montalto di Castro è un comune con circa 8.000 abitanti e dista da Viterbo circa 60 km.
Montalto, si affaccia sul mare nella zona alta del Lazio.
Il suo territorio, di 18.967 ettari, quasi tutti in pianura, confina con la Toscana (prov. di Grosseto) , con i comuni di Canino, Tuscanica e Tarquinia, e con il Mar Tirreno; è attraversato dal corso inferiore del fiume Fiora che dopo aver lambito il paese si getta nel mare a pochi chilometri di distanza.
Vicino all'abitato corre la strada consolare Aurelia che, più a Sud, scavalca con un moderno ponte il letto dell'Arrone (torrente di media portata, tristemente famoso per essere straripato nel 1960 trascinando con sé dalle fondamenta il vecchio ponte: quella notte perirono tragicamente decine di ignari automobilisti che precipitarono con le loro macchine nelle acque del torrente).
Montalto ricavò sempre guadagni dalla posizione vicinissima al mare. Un tempo fu molto importante in quanto vi era il Magazzino del Sale che proveniva da Trapani e da Piombino; e per la sua bellezza il granduca Ferdinando soleva dire che se fosse a lui appartenuto egli lo avrebbe trasformato in un'altra Livorno. I Fiorentini lo chiamavano Monte d'oro , i Napoletani Scala d'Italia , i Genovesi Miniera di frumento .
Non sbagliava il granduca Ferdinando a vedere Montalto come un elegante luogo di villeggiatura: negli ultimi anni l'ampia spiaggia ferrosa cominciò a popolarsi di costruttori edili e di impresari; la bionda distesa di sabbia venne liberata dai capannoni di legno e al loro posto sorsero eleganti villini, stabilimenti moderni, parcheggi: nacque così Marina di Montalto.
Ogni anno il luogo veniva sempre più ingrandito e abbellito; e la pineta adiacente alla spiaggia, ove il silenzio era rotto solo dallo stridore delle cicale, è divenuto un Camping attrezzato e accogliente, frequentato da numerosi turisti stranieri.
Dalla strada che unisce il paese alla spiaggia si scorge una torre mangiata dal tempo che si eleva massiccia riflettendo i suoi merli sulla foce del fiume. Fu fatta costruire per ordine di Pio V e probabilmente un tempo al suo poste doveva già esservi un fortilizio a difesa del porto e della foce. Nella nota delle torri che dovevano essere erette a guardia del mare si legge questo appunto: “Al fiume Castro (il Fiora) fare una torre alla banda di ponente, e tutto il territorio convicino delli Cesarmi; fare opera con loro che la faciano” . E ancora: “Alla bocca del fiume di Montealto fare una torre, tocha al Duca Ottavio Farnese per essere del Ducato di Castro, che la facia fare” .
Tra questa torre e Tarquinia si estende una località chiamata Le Murelle , forse perché un tempo venne edificata una muraglia a difesa degli antichi possedimenti dei Farnese.
A Nord di Montalto trovasi una pianura verdeggiante, la Pescia , che per moltissimi anni fu occasione di controversie patrimoniali. Molti comuni reclamavano il diritto sulla Macchia , la quale per un certo tempo fu ceduta da Pio VI in enfiteusi a Consalvo Adorni, originario della Spagna, a cui si deve l'introduzione nella Pescia delle pecore Merinos che portarono un miglioramento sensibile alla pastorizia italiana.